top of page

Illustrati

La balena nella pancia

 

Illustrazioni di Laura Désirée Pozzi

Illustrations by Laura Désirée Pozzi

Text in english, espanol, francais

The whale in the belly

 

Carlotta's belly makes misterious noises. Mainly at night, before sleeping.

Carlotta, curious as always, decides to ask around.

-They are the noises of the poop's factory- says the mother.

-Ah- says Carlotta, but she doesn't believe her: that lady! She's obsessed by the poop, she always spies upon her pot and with the teacher, she doesn't talk about anything else.

-They are the frogs in love- says Tonia the woman next door.

-I've understood- lies Carlotta, who doesn't believe her either.

Mrs Tonia always knows everything and about all the lovers in the area, surely she sees lovers everywhere, even in her belly.

-It's the song of the whale you've got in your belly- says grandpa -You see, the whales talk togheter singing and their song covers louds and louds of kilometres. Whales are in danger, there are only a few left, and that's how some of them have hidden in our bellies even if to do so they have to remain quite small. And they chat with other whales in other bellies-

-Hum- says Carlotta, not convinced. Maybe grandpa is getting silly?

Then, at night in her bed, once again the noises. She puts her hand on her belly and travels with this sound through seas and mountains and she hears an answer coming out the belly of a kid on the Andes and out of that of an oldish woman in India and out of that of a Sir in London and she listens to beautifull and ugly stories from nearby and faraway places.

Carlotta falls asleep stroking the whale in her belly.

La ballena en la barriga

 

La barriga de Carlota produce unos ruidos misteriosos. Sobre todo de noche, antes de dormir.

Carlota, como siempre curiosa, decide preguntar por ahí.

-Son los ruidos de la fábrica de caca- le dice su mamá.

-Ah- contesta Carlota, pero no le cree: esa tiene una manía con la caca, siempre está espiando en su vasija y, con la maestra, no habla de otra cosa.

-Son las ranitas enamoradas- dice Tonia la vecina.

-Ya entendí- miente Carlota que tampoco le cree a ella. La señora Tonia siempre sabe todo sobre los enamorados del barrio, ve enamorados por todos lados ¡también en su barriga!

-Lo que está en tu barriga es el canto de la ballena.- le dice el abuelo –Las ballenas hablan entre ellas cantando y su canto recorre muchísimos kilómetros. Las ballenas están en peligro, quedan muy pocas, así que algunas se han escondido en nuestras barrigas aunque, para poder hacerlo, deben quedarse chiquiticas. También charlan con otras ballenas que están en otras barrigas.-

-Hmm- dice Carlota para nada convencida, ¿será que el abuelo se ha vuelto bruto?

Más tarde, la noche en su cama, ahí van los ruidos otra vez. Se pone una mano en la barriga y viaja con ese sonido a través de mares y montañas y recibe una respuesta desde la barriga de un niño de Los Andes y de la de una viejita en la India y de la de un señor en Londres y escucha historias hermosas y feas desde lugares cercanos y lejanos.

Carlota se duerme acariciando la ballena en su barriga.

 

La baleine dans le ventre

 

Le ventre de Carlotta fait des bruits mystérieux. Surtout le soir, avant de dormir.

Carlotta, curieuse comme toujours, décide de demander un peu par çi par là.

-Ce sont les bruits de la fabrique du caca – dit maman.

-Ah – fait Carlotta, mais elle ne la croit pas: celle-là, elle est malade avec le caca, elle épie toujours son petit pot et avec la maîtresse, elle ne parle de rien d'autre.

-Ce sont les grenouilles amoureuses – dit Tonia, la voisine.

-J'ai compris – ment Carlotta qui ne la croit pas non plus.

Madame Tonia sait toujours tout et de tous les amoureux du quartier, c'est sûr qu'elle voit des amoureux partout, même dans son ventre!

-C'est le chant de la baleine que tu as dans le ventre – dit grand'père – tu vois, les baleines se parlent en chantant et leur chant parcourt des tas et des tas de kilomètres. Les baleines sont en danger, il n'y en reste que peu, et c'est ainsi que certaines d'entr'elles se sont cachées dans nos ventres même si pour le faire elles doivent rester toutes petites.

-Hum – dit Carlotta pas convaincue du tout, grand'père deviendrait-il débile ou quoi?

Puis, le soir dans son lit, voilà les bruits. Elle pose une main sur son ventre et voyage avec ce son à travers mers et montagnes et elle entend une réponse venir du ventre d'un enfant sur les Andes et de celui d'une petite vieille en Inde et de celui d'un monsieur à Londres et elle écoute de belles et vilaines histoires d'endroits proches et lointains.

Carlotta s'endort en caressant la baleine dans son ventre.

Confine

 

Illustrazioni di Francesca Quatraro.

Pubblicato da Mal d'estro edizioni (2012)

Illustration by Francesca Quatraro.

Published by Mal d'estro edizioni (2012)

Confine

 

Sul limitare del bosco le piaceva stare. Una linea. Netta. Da una parte la luce, dall’altra l’ombra. E lei divisa in due. Metà nel sole, metà nel buio. Metà fuori, metà dentro. Lì tutto era certo, lampante. C’erano due mondi assolutamente separati. Senza confusione. E lei poteva scegliere di stare nel mezzo. Poteva scegliere. Così passava le sue giornate un po’ nella radura tra le farfalle e le lucertole, un po’ nel bosco ad ascoltare le foglie e un po’ nel mezzo aspettando che la sua pelle si abbronzasse per metà, per essere scura dalla parte del chiaro e bianca dal lato dell’ombra. Voleva diventare messaggera dei due mondi. Un tramite. Un ponte. Un atto sessuale. Nera nel bianco, bianca nel nero.

Poi il sole cominciava a calare. Le cose si mischiavano. Non aveva più senso rimanere lì. Correva a casa per non vedere il bosco e la radura diventare notte. Correva per fermarsi sulla soglia. Dentro la lampadina, fuori i grilli.

-Dai, su, entra- diceva la mamma e –Dove sei stata tutto il giorno?- continuava il papà. Il nonno fumava la pipa. Lei non si muoveva né diceva niente. Stava sulla soglia evitando i ghirigori del fumo. Erano così tristi quei disegni intrecciati e destinati a sparire. Quando il nonno svuotava la pipa tac-tac lei entrava e chiudeva la porta. Si sedeva sulla sua sediolina, quella con due piedi bianchi e due rossi, e guardava il nonno. Aveva gli occhi lisci e la pelle ruvida, era bello. Le raccontava sempre qualche storia di tempi lontani. Nelle storie era tutto semplice. Ogni cosa aveva il suo colore e contorni netti. Il prima conteneva alcune certezze, il dopo ne rivelava altre. E la voce del nonno era il ponte tra i suoi occhi e la sua pelle. Liscia e ruvida. Dolce e sicura. Iniziava a parlare quando lei era comodamente seduta, smetteva quando la storia era finita. Era come una strada che va da un punto all’altro senza bivi, dritta, una linea. Seguiva un piccolo spazio di silenzio. Loro due si guardavano. Il nonno sapeva quand’era il momento, allora prendeva la pipa e lei andava a letto. La mamma le dava un bacio, -buonanotte piccola- e spegneva la luce. Lei chiudeva gli occhi sapendo che là dietro era tutto diverso.

L'ascensore e la menta

 

Illustrazioni di danì

Illustrated by danì

 

Pubblico qui solo alcune illustrazioni ma qui c'è l'intero racconto scaricabile:

L'ascensore e la menta

bottom of page